Far avanzare i diritti umani delle persone intersessuali è stato il tema centrale di una conferenza tenutasi nel quadro della Presidenza islandese del Comitato dei Ministri. Tra gli argomenti trattati figuravano il diritto all’integrità fisica e all’autonomia corporea, l’assistenza medica e sociale completa, l’accesso alla giustizia e a risarcimenti, lo stato civile, il riconoscimento giuridico del genere e il diritto al rispetto della vita privata, la prevenzione e la lotta contro la discriminazione e la stigmatizzazione basate su caratteristiche sessuali e le politiche di uguaglianza e diversità per integrare l’inclusione delle persone intersessuali.
“Le persone intersessuali affrontano spesso una serie di sfide nel corso della loro vita: procedure mediche invasive, non necessarie e senza consenso, spesso a un’età giovane, volte a ‘normalizzare’ i loro corpi agli occhi degli altri; la patologizzazione, attraverso la quale le persone intersessuali vengono definite e trattate come se avessero un problema medico, il che può portare alla perdita di dignità, di diritti e di autonomia personale; la stigmatizzazione e il pregiudizio guidati dall’ignoranza e dalla paura nel pubblico generale”, ha dichiarato il Vice Segretario generale del Consiglio d’Europa Bjørn Berge, in un discorso di apertura pronunciato per conto della Segretaria generale Marija Pejčinović Burić. “Tuttavia, la legge, le pratiche mediche e gli atteggiamenti pubblici possono cambiare e cambiano man mano che le nostre società evolvono”, ha osservato.
Katrín Jakobsdóttir, Prima Ministra islandese, ha parlato dell’esperienza del suo paese nell’elaborazione di una legislazione sull’intersessualità basata sulle norme del Consiglio d’Europa: “Negli anni 2019 e 2020, in Islanda sono stati raggiunti importanti traguardi giuridici relativamente alle persone intersessuali: le caratteristiche sessuali sono state incluse nella normativa antidiscriminazione e inoltre, aspetto più importante, abbiamo reso illegale l’esecuzione di qualsiasi intervento medico non necessario sui minori nati con caratteristiche sessuali atipiche. Ora tali interventi possono essere eseguiti solo quando il minore stesso può fornire il consenso informato, il che assicura al minore intersessuale il diritto di prendere decisioni sul proprio corpo”.
“Ritengo appropriato che questa conferenza si tenga qui al Consiglio d’Europa – guardiano dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto nella regione – poiché le questioni di intersessualità sono fondamentalmente questioni di diritti umani. Le raccomandazioni formulate qui a Strasburgo sono importanti. Lo sono a livello individuale, per le persone che lottano per far avanzare i diritti delle persone intersessuali, e per l’elaborazione delle politiche”, ha aggiunto Jakobsdóttir.
L'avvio dei lavori per una nuova raccomandazione del Comitato dei Ministri sulla parità di diritti delle persone intersessuali è stato uno dei principali obiettivi della conferenza, organizzata dall’Unità Orientamento sessuale e identità di genere (SOGI) del Consiglio d’Europa. La raccomandazione sarà redatta entro il 2025.
Tra gli altri relatori di alto livello intervenuti durante la conferenza figurano il Presidente dell’APCE Tiny Kox, la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović, Christophe Lacroix della Piattaforma parlamentare per i diritti delle persone LGBTI in Europa, la Presidente del CDADI Sophie Élizéon e il Direttore dell’OII-Europe Dan Ghattas.