Esprimendosi all'apertura della conferenza sulla criminalità informatica, il Segretario generale Marija Pejčinović Burić ha sottolineato l'importanza della Convenzione di Budapest, l'unico trattato internazionale giuridicamente vincolante utilizzato quotidianamente dalle autorità giudiziarie penali nelle indagini nazionali e internazionali.
"La criminalità informatica sta causando danni sempre più gravi alle nostre società, ed è indispensabile che la combattiamo", ha dichiarato. “I reati informatici colpiscono le imprese ma riguardano anche gli attacchi alla democrazia e alle elezioni, la condivisione di milioni di immagini a sfondo pedopornografico e il furto di miliardi di dati personali”.
"Ecco perché, al Consiglio d'Europa, vogliamo promuovere la risposta della giustizia penale alle sfide della criminalità informatica e delle prove elettroniche", ha asserito.
Il Segretario generale ha inoltre rimarcato la necessità di un’assistenza tecnica per rafforzare il diritto, di una formazione per investigatori, pubblici ministeri e giudici, e di una cooperazione tra il settore pubblico e quello privato e a livello internazionale.
Negli ultimi dodici mesi, 240 attività di rafforzamento delle capacità sono state sostenute dall'Ufficio per il programma sulla criminalità informatica a Bucarest e hanno coinvolto più di 120 paesi, "che si sono rivelati tutti conformi al presupposto di impegnarsi nella legislazione nazionale, in linea con gli standard della Convenzione di Budapest”.
Infine, il Segretario generale ha posto l’accento sul dinamismo della Convenzione, menzionando una nota orientativa recentemente adottata sull' ingerenza nel processo elettorale e la preparazione di un nuovo Protocollo. Questo nuovo testo, che sarà completato entro la fine del 2020, fornirà soluzioni innovative per garantire prove elettroniche più efficienti, in linea con la protezione dei dati e le garanzie dello Stato di diritto.
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