Nel suo nuovo parere, il Comitato consultivo della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa per la protezione delle minoranze nazionali conclude che, pur riconoscendo i progressi compiuti per affrontare i problemi incontrati dai Rom e per sviluppare le opportunità di una scolarità integrata, le minoranze nazionali della Bosnia-Erzegovina non godono di un accesso effettivo ai loro diritti.
Dopo avere esaminato i progressi realizzati e le raccomandazioni formulate sulla base delle informazioni comunicate dalle autorità dopo la visita effettuata l’anno scorso, il Comitato ritiene che nel paese, segnato da una profonda divisione tra i tre “popoli costitutivi” (*), le minoranze nazionali sono oggetto di una discriminazione istituzionale e non possono partecipare pienamente ai processi politici.
Malgrado una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, i diritti degli “altri” (**) di candidarsi alle elezione e occupare funzioni ufficiali continuano ad essere limitati, vista la mancanza di una volontà politica di modificare le disposizioni costituzionali e giuridiche.
(*) Bosniaci, Croati e Serbi
(**) Tutti gli altri gruppi etnici della Bosnia-Erzegovina