La Bulgaria ha compiuto progressi nell’applicazione della Convezione quadro attraverso il potenziamento della legislazione sulla non discriminazione, la promozione dell’istruzione per i minori rom e il sostegno dei diritti religiosi. Tuttavia, il quadro giuridico relativo all’esercizio dei diritti culturali, linguistici e partecipativi delle minoranze non è ancora sufficientemente sviluppato; restano dei problemi da risolvere rispetto all’istruzione secondaria per i Rom e alla qualità dell’insegnamento; il discorso dell’odio nel dibattito pubblico rimane spesso impunito, dichiara il Comitato consultivo sulla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali in un nuovo parere pubblicato insieme ai Commenti del governo bulgaro (consultare il riepilogo del parere in bulgaro).
Gli esperti del Consiglio d’Europa accolgono con favore l’adozione di un quadro legislativo più completo che vieta l’incitamento alla discriminazione, alla violenza e all’odio per motivi religiosi, “costituisce una solida base per proteggere le persone appartenenti a minoranze nazionali dalla discriminazione e consente espressamente di adottare misure positive in favore di questi gruppi etnici”. Una serie di misure politiche positive è stata presa a favore di gruppi etnici, in particolare dei Rom; il coordinatore nazionale della lotta contro l’antisemitismo ha denunciato attivamente le manifestazioni di xenofobia. Il meccanismo di finanziamento dei culti religiosi è stato oggetto di una riforma a vantaggio della comunità musulmana. Grazie ai “lodevoli sforzi” delle autorità, il tasso di frequenza scolastica dei minori rom è aumentato e il numero di minori che abbandonano gli studi è gradualmente diminuito. Il Comitato consultivo ha accolto con favore le misure prese per far avanzare il lavoro dei mediatori rom in materia di istruzione e salute.
I Rom continuano a soffrire della grave disuguaglianza socioeconomica in materia di istruzione, alloggio e occupazione e continuano ad essere esposti a livelli elevati di discriminazione. Persistono problemi per quanto riguarda il passaggio dei bambini Rom all'istruzione secondaria e la qualità dell'insegnamento che ricevono. Nonostante il quadro legislativo che vieta la segregazione forzata, la segregazione di fatto rimane diffusa e l'azione delle autorità per porre rimedio a questa situazione è insufficiente.