Nel suo documento “Global Civil Submission” consegnato oggi al Consiglio d’Europa, l’associazione European Digital Rights (EDRi), attiva nel settore della difesa dei diritti e libertà online, presenta il parere della società civile a livello mondiale sulla proposta di Protocollo alla Convenzione di Budapest sulla criminalità informatica.
Alexander Seger, coordinatore presso il Consiglio d’Europa per la lotta alla cybercriminalità ha espresso soddisfazione per tale contributo: “Occorrono regole precise e procedure più efficaci per raccogliere le prove elettroniche nel cloud nel corso di certe specifiche indagini penali. In caso contrario, gli Stati non saranno in grado di adempiere al loro obbligo di tutelare i diritti delle persone e garantire la preminenza del diritto nel cyberspazio. Tali procedure devono essere accompagnate da garanzie per la protezione dei dati e il rispetto della legalità. Il Comitato della Convenzione sulla criminalità informatica consulterà la società civile, le organizzazioni per la protezione dei dati e l’industria nelle sue negoziazioni per l’elaborazione del protocollo”.
Joe McNamee, direttore esecutivo dell’associazione EDRI, ha dichiarato, dal canto suo: “La società civile a livello mondiale si impegna in questo processo per accertarsi che qualsiasi armonizzazione in questo settore cruciale sia all’altezza delle norme più avanzate in materia di diritti umani, conformemente all’etica del Consiglio d’Europa”.
Nel giugno 2017, il Comitato della Convenzione sulla criminalità informatica ha dato il via libera alla preparazione di un secondo Protocollo addizionale alla Convenzione. Si prevede che le negoziazioni si svolgeranno tra settembre 2017 e dicembre 2019.
Settanta Stati sono già Parti contraenti della Convenzione di Budapest oppure hanno assunto l’impegno formale di aderirvi. Almeno altri 70 paesi si sono ispirati ai principi della Convenzione per l’elaborazione della loro legislazione nazionale.