La commissione Affari politici e Democrazia dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) ha raccomandato l’invito del Kosovo* a diventare membro del Consiglio d’Europa.
Approvando un progetto di parere durante una riunione tenutasi oggi a Parigi, sulla base di un rapporto di Dora Bakoyannis (Grecia, PPE/DC), la commissione ha accolto con favore il lungo elenco di impegni presi per iscritto dalle autorità del Kosovo e ha sottolineato che “l’adesione porterebbe al rafforzamento delle norme in materia di diritti umani garantendo l’accesso alla Corte europea dei diritti dell’uomo a tutte le persone che si trovano sotto la giurisdizione del Kosovo”.
L’Assemblea plenaria, che riunisce i parlamentari dei 46 Stati membri del Consiglio d’Europa, esaminerà la raccomandazione della commissione giovedì 18 aprile in occasione della sua prossima sessione plenaria primaverile, durante la quale voterà il parere finale sulla richiesta di adesione del Kosovo. La decisione finale sull’adesione spetta al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.
L’adesione al Consiglio d’Europa “darebbe nuovo impulso al Kosovo per compiere ulteriori progressi nel rafforzamento dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto e affrontare le sfide e le preoccupazioni in sospeso”, ha indicato la commissione, citando questioni come il divario tra il quadro normativo e la sua effettiva attuazione, la necessità di migliorare la protezione dei diritti delle comunità non maggioritarie e l’esigenza di promuovere un clima che favorisca la fiducia, la riconciliazione e l’inclusione.
La commissione ha accolto come “progresso decisivo” l’attuazione della sentenza della Corte costituzionale nel caso del monastero di Visoki Dečani, aggiungendo che l’istituzione dell’Associazione dei comuni a maggioranza serba dovrebbe essere un “impegno post-adesione” per il paese, il quale aiuterebbe ad assicurare la protezione dei diritti dei serbi del Kosovo, e che le espropriazioni dovrebbero essere condotte “nel più rigoroso rispetto della legge” e in piena conformità al Piano Ahtisaari.
Notando il deterioramento della situazione della sicurezza nei comuni nel nord del Kosovo, la commissione ha indicato che “il rischio di aperta violenza nel Kosovo è più che reale” e ha affermato che la sicurezza dipende “dalla protezione dei diritti della comunità serba, dall’allentamento delle tensioni e dalla normalizzazione delle relazioni tra il Kosovo e la Serbia”.
Riconoscendo le “circostanze senza precedenti” della richiesta, dato che una serie di Stati membri del Consiglio d’Europa non riconosce il Kosovo come Stato, la commissione ha chiesto “diplomazia, dialogo e compromesso” e ha invitato il Comitato dei Ministri ad assicurare che l’adesione del Kosovo “non pregiudichi la posizione dei singoli Stati membri relativamente alla condizione di Stato del Kosovo”.
La commissione ha raccomandato inoltre all’Assemblea di aprire una procedura di monitoraggio per il Kosovo, al fine di assicurare il rispetto dei suoi impegni e obblighi, a partire dalla sua adesione.
* Qualunque riferimento al Kosovo nel presente testo, che si tratti del territorio, delle istituzioni o della popolazione, deve essere inteso nel completo rispetto della Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, fatto salvo lo status del Kosovo.
˚ Con riserva dell’adozione da parte dell’Assemblea del suo ordine del giorno definitivo.