"Deploro fermamente la condanna di Alexei Navalny del 4 agosto ad altri diciannove anni di carcere in regime speciale per accuse legate all'"estremismo", durante un'udienza a porte chiuse in una colonia penale", ha dichiarato oggi Sunna Ævarsdóttir (Islanda, SOC), relatrice generale per i prigionieri politici dell'APCE.
Navalny è stato condannato per sei capi d'accusa, tra cui incitamento e finanziamento dell'estremismo, creazione di una ONG illegale, riabilitazione dell'ideologia nazista e incitamento dei minori ad atti pericolosi.
"Ho già chiesto il rilascio di Navalny in diverse occasioni, in linea con la posizione della Risoluzione 2446 (2022) dell'APCE, della Corte europea dei diritti dell'uomo e del Comitato dei Ministri e continuerò a difendere i suoi diritti insieme al resto della comunità internazionale. Navalny è un prigioniero politico che rischia anni di detenzione illegale a scopo di repressione politica. Con questa ulteriore condanna diventa ancora più difficile per Navalny comunicare con il mondo esterno ed esercitare la sua influenza", ha sottolineato Ævarsdóttir.
"Le già terribili condizioni della sua detenzione sono state ora ulteriormente aggravate. Chiedo alle autorità russe di rispettare il diritto internazionale e le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo e di garantire a Navalny un accesso regolare all'assistenza legale, alle visite della sua famiglia e di altre persone, un'assistenza medica adeguata e tutte le tutele necessarie".
La detenzione arbitraria e illegale dei prigionieri politici in Russia non solo comporta una perdita ingiustificata della libertà e la violazione di diritti fondamentali come la libertà di espressione o di riunione, ma implica anche un serio rischio di condizioni di detenzione inappropriate che possono equivalere a tortura o a trattamenti inumani o degradanti", ha aggiunto.
"Questa decisione arriva pochi giorni dopo che l'attivista dell'opposizione russa Vladimir Kara-Murza, condannato a venticinque anni di carcere lo scorso aprile con accuse legate alle sue critiche alla guerra di aggressione contro l'Ucraina, il 31 luglio si è visto respingere la richiesta di appello da un tribunale russo.
Chiedo ancora una volta alle autorità russe di rilasciare Navalny e Kara-Murza senza indugio", ha concluso Ævarsdóttir.