L’APCE ha espresso profonda preoccupazione di fronte alla portata del fenomeno del riciclaggio di capitali illeciti negli Stati membri del Consiglio d’Europa, e ha in particolare sottolineato gli esempi recenti noti come “lavanderia internazionale”, “lavanderia azera” e “lavanderia Troika”, e ha richiesto il rafforzamento dei meccanismi nazionali e della cooperazione internazionale per contrastarlo.
In una risoluzione basata sul rapporto dell'On. Mart van de Ven (Paesi Bassi, ALDE), l’Assemblea ha sottolineato che queste “lavanderie di denaro” coinvolgono ingenti somme di denaro provenienti da ricchi uomini d’affari, membri della criminalità organizzata e alti funzionari. Si sono servite di diverse falle in più giurisdizioni, comprese le società di comodo, spesso con sede nel Regno Unito o nei suoi terrirori d’oltremare, e banche scarsamente regolamentate, in particolare nei Paesi baltici.
Secondo quanto esposto dai parlamentari la "lavanderia internazionale" ha coinvolto giudici moldavi corrotti, mentre la "lavanderia Troika" ha visto implicate persone vicine al nucleo del potere statale, e la "lavanderia azera" ha contribuito a facilitare attività di corruzione condotte all’interno della stessa Assemblea parlamentare. Nessuno di tali sistemi è stato oggetto di un’indagine adeguata da parte delle autorità nazionali.
L’Assemblea ha formulato una serie di raccomandazioni rivolte agli Stati membri, all’Unione europea e al Comitato dei Ministri intese a rafforzare la lotta internazionale contro il riciclaggio di denaro, la criminalità organizzata e la corruzione.