Nel suo primo rapporto sulla Polonia, il GREVIO, Gruppo di esperti indipendenti del Consiglio d’Europa incaricato di monitorare l’attuazione della Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), esprime soddisfazione per la recente istituzione di provvedimenti urgenti che consentono alle forze dell’ordine di allontanare temporaneamente l’autore di violenze domestiche dal domicilio familiare. Tali misure, accompagnate da iniziative di formazione, rispecchiano gli sforzi positivi compiuti dal governo polacco per attuare un “elemento fondamentale” della Convenzione.
Il rapporto, pubblicato insieme ai commenti del governo, e basato su ricerche approfondite e sui risultati di una visita effettuata nel paese alla fine dell’anno scorso, accoglie inoltre con favore la crescente giurisprudenza relativa al reato specifico di stalking, introdotto nel 2011, come pure l’introduzione di nuovi reati relativi a molestie sessuali e morali offline e online, e l’usurpazione di identità online, compresa la possibilità di aumentare la pena quando tali atti hanno condotto la vittima al suicidio.
Il GREVIO ritiene tuttavia che, malgrado tali progressi, debbano essere adottate ulteriori misure per porre fine ad episodi di violenza sessuale, stupro e molestie sessuali, a cominciare dalla modifica della definizione di stupro. Come un certo numero di altri paesi che sono già stati oggetto di monitoraggio da parte del GREVIO, la Polonia dovrebbe allineare la definizione di stupro alle disposizioni della Convenzione, passando cioè da una definizione basata sulla prova del ricorso alla forza a una definizione che copra tutti gli atti sessuali non consensuali. Il GREVIO sottolinea che, se il diritto penale non prevede una definizione di stupro basata sull’assenza di consenso, i pubblici ministeri “decideranno invariabilmente” di non richiedere l’incriminazione della persona sospettata nei casi in cui non si contesta la prova dell’atto sessuale, bensì il consenso della vittima. Dei 17 paesi precedentemente oggetto di un rapporto di valutazione, tre hanno introdotto il reato di violenza sessuale basato interamente sull’assenza di consenso: Belgio, Malta e Svezia.