Giudici esperti, specialisti e rappresentanti della comunità internazionale partecipano a una conferenza di alto livello a Strasburgo per discutere cosa significhi in termini pratici il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile ed esaminare la forma giuridica che potrà poi assumere tale diritto in Europa.
Aprendo la conferenza, Katrin Jakobsdóttir, Prima Ministra islandese, in rappresentanza del paese che detiene la Presidenza del Comitato dei Ministri, ha descritto il degrado ambientale e la triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita della biodiversità come una delle sfide più urgenti del nostro tempo.
Rafforzare la parte ambientale del sistema dei diritti umani è una delle priorità dell’Islanda, ha dichiarato la Prima Ministra Jakobsdóttir, sottolineando che il Vertice del Consiglio d’Europa a Reykjavik il 16 e 17 maggio rappresenta un’opportunità importante per promuovere il diritto a un ambiente pulito e sano.
La Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, ha osservato che la Corte europea dei diritti dell’uomo si è già pronunciata su circa 300 casi relativi all’ambiente. Tre principali casi relativi al cambiamento climatico sono attualmente all'esame della Grande Camera della Corte.
A seguito delle recenti raccomandazioni da parte del Comitato dei Ministri e dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, si sta ora lavorando per valutare se il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile sia meglio tutelato da una convenzione a sé stante o da un protocollo aggiuntivo alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo o alla Carta sociale europea.
Discorso della Segretaria generale
Esempi dell'impatto della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) sull'ambiente