In una lettera al Primo Ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatović, sottolinea che la Grecia ha l'obbligo giuridico di condurre indagini efficaci sul naufragio di Pylos, che ha causato la morte di oltre 80 persone e molte centinaia ancora disperse, per accertare i fatti e, se del caso, portare alla punizione dei responsabili.
La Commissaria esprime preoccupazione per le segnalazioni di pressioni esercitate sui sopravvissuti e per le accuse di irregolarità nella raccolta di prove e testimonianze, che potrebbero aver portato a minimizzare l'attenzione su alcuni attori di questa tragedia, tra cui la Guardia costiera greca.
Facendo riferimento al diritto delle famiglie delle persone disperse di conoscere la verità, la Commissaria chiede informazioni sugli sforzi compiuti per garantire che i resti dei migranti deceduti siano localizzati, rispettati, identificati e sepolti.
Esprimendo preoccupazione per le restrizioni alla libertà di movimento dei sopravvissuti e per il modo in cui sono stati condotti i colloqui in materia di asilo, la Commissaria chiede informazioni sulle misure concrete adottate dalla Grecia per rispettare i suoi obblighi in materia di diritti umani per quanto riguarda le condizioni di accoglienza e l'accesso alla procedura di asilo.
"A mio avviso, il naufragio del 14 giugno purtroppo non è un incidente isolato", scrive la Commissaria. Questo dovrebbe indurre a riconsiderare l'approccio a livello politico, strategico e pratico per quanto riguarda i rifugiati e i migranti che arrivano via mare. In questa prospettiva, la Commissaria esorta il Primo Ministro a garantire che la Grecia rispetti i suoi obblighi internazionali in quanto a ricerca e salvataggio, sia in base al diritto marittimo che in materia di diritti umani.
Lettera della Commissaria indirizzata al Primo Ministro greco