Il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto dipendono dalle istituzioni che danno loro concretezza. Tuttavia per i populisti, che invocano la proclamata “volontà del popolo”, tali controlli e contrappesi istituzionali sono sovente considerati un ostacolo da abbattere.
Il 5° rapporto annuale del Segretario generale, Thorbjørn Jagland, pubblicato in data odierna, esamina gli elementi essenziali della sicurezza democratica in tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa: indipendenza della magistratura, libertà di espressione, libertà di riunione e di associazione, funzionamento delle istituzioni democratiche e società inclusive.
Il rapporto di quest’anno richiama l’attenzione sul ruolo delle istituzioni in Europa e sui tentativi di indebolirle sia a livello europeo che dei singoli Stati membri.
“Si pongono sempre nuove e rinnovate sfide alle nostre istituzioni nel nostro continente, che dobbiamo affrontare”, ha affermato il Segretario generale.
Nel suo rapporto, Jagland invita tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa a ribadire il loro impegno, nell’interesse di tutti gli Europei, a garantire i valori condivisi, enunciati nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Le valutazioni contenute nel rapporto si basano su testi e conclusioni degli organi del Consiglio d’Europa (la Corte europea dei diritti dell’uomo, l’Assemblea parlamentare, il Commissario per i diritti umani, la Commissione di Venezia) e di altre strutture intergovernative e di monitoraggio.