“Quest'anno, 10 anni dopo l'annessione illegale della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli da parte della Federazione russa, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso una sentenza unanime, affermando che la Russia ha commesso diffuse e sistematiche violazioni dei diritti umani nella regione. Tali violazioni includono sparizioni forzate, maltrattamenti e detenzioni illegali, nonché la soppressione della lingua, della cultura e dell'identità ucraina, oltre a procedimenti e condanne basati su accuse inventate. Insieme alla discriminazione e alla repressione del popolo tataro di Crimea, queste violazioni sono diventate il segno distintivo dell'approccio delle autorità russe”, ha dichiarato la Segretaria generale Marija Pejčinović Burić intervenendo (online) al quarto Vertice della Piattaforma internazionale di Crimea.
La Segretaria generale ha inoltre sottolineato l'importanza del Registro dei danni e del Piano d’azione per l’Ucraina per il periodo 2023-2026.