La Segretaria generale Marija Pejčinović Burić ha segnato la Giornata dell’Europa 2022 chiedendo agli Stati europei di rinnovare il loro investimento nei diritti umani, nella democrazia e nello Stato di diritto di fronte a “terribili violenze e un cambiamento radicale”.
Lanciando il suo rapporto annuale, Moving Forward (Andare avanti) 2022, la Segretaria generale ha condannato l’aggressione russa contro l’Ucraina e ha elogiato “la fermezza, il coraggio e la determinazione” del popolo ucraino.
“Avevamo osato credere che immagini come queste, realtà come queste, appartenessero al passato dell’Europa. Ci siamo sbagliati. La storia è tornata nel nostro continente nel più crudele dei modi. La portata della distruzione e le ripercussioni geopolitiche a lungo termine non si sono ancora manifestate completamente”.
“Il Consiglio d’Europa esprime piena solidarietà all’Ucraina. Continuiamo a sostenere il paese e il suo popolo e lo faremo con ulteriori misure specifiche non appena cesseranno le violenze. Nel frattempo, collaboriamo con gli Stati membri per aiutarli ad assistere i rifugiati ucraini arrivati nei loro paesi in cerca di sicurezza.”
La Segretaria generale ha sottolineato che la rapida sospensione e la successiva esclusione della Russia da parte dell’Organizzazione sono state inevitabili di fronte alle azioni del suo governo, che hanno avuto un costo per i suoi stessi cittadini, e ha aggiunto: “Il 2022 sarà l’anno in cui perderanno la protezione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la possibilità di fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo e il loro posto in questa famiglia paneuropea”.
“Più in generale, questo è un avvertimento per tutti noi. Ciò che è accaduto una volta può accadere di nuovo. Il successo del nostro multilateralismo dipende dalla determinazione dei governi ad assicurare che i diritti fondamentali dei loro cittadini siano strettamente collegati a ogni aspetto della vita nel nostro continente. Le parole e gli impegni durante le sessioni ministeriali sono importanti, ma non sono fini a se stessi. Ciò che conta è mantenere le promesse, assicurare risultati e rispettare le norme: è importante che ci sia la volontà politica di realizzare quanto promesso”.
“Il Consiglio d’Europa è stato istituito 73 anni fa, sulla scia della Seconda guerra mondiale e con la promessa ‘mai più’. Per l’Ucraina, tale promessa non è stata mantenuta. Non si tratta di un fallimento del multilateralismo, ma il risultato della violenta deviazione di un singolo paese dai valori su cui esso poggia. La lezione da trarre, ancora una volta, è che il nostro successo in quanto Organizzazione, e in quanto continente, dipende dalla determinazione dei nostri Stati membri a fare la cosa giusta: investire nei diritti umani, nella democrazia e nello Stato di diritto come basi per un futuro giusto”.