Un nuovo rapporto pubblicato da 15 organizzazioni partner della Piattaforma per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti del Consiglio d'Europa mostra che il numero di segnalazioni arrivate alla Piattaforma riguardanti gravi minacce alla libertà di stampa negli Stati membri del Consiglio d'Europa è aumentato da 200 nel 2020 a 282 nel 2021, il che rappresenta un aumento del 41%.
La Segretaria generale del Consiglio d'Europa, Marija Pejčinović Burić, ha espresso preoccupazione per i risultati di questo rapporto e ha condannato gli attacchi ai giornalisti in Europa. In particolare, ha sottolineato che i giornalisti sono stati recentemente presi di mira dall'armata russa nell'aggressione in corso contro l'Ucraina, che è costata la vita a diversi di loro. Ha ricordato ai governi l’obbligo di adottare misure per proteggere i giornalisti, anche in tempo di guerra. La Segretaria generale ha anche reso omaggio ai giornalisti che vanno sul campo per raccontare la guerra, spesso rischiando la vita, e forniscono informazioni di prima mano sul conflitto e le sue drammatiche conseguenze per la popolazione ucraina.
"Oggi in Europa la libertà di espressione e la libertà di stampa fanno fronte a molti ostacoli. Sebbene si registrino determinati miglioramenti in alcuni paesi, la tendenza generale è verso l'erosione di tali libertà. In questi tempi di crisi, segnati dalla continua pandemia da Covid-19 e dalla violenza in Ucraina, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per difendere i principi che sono vitali per le nostre democrazie, ovvero la libertà di espressione e l'indipendenza della stampa", ha dichiarato.
Il rapporto esprime anche particolare preoccupazione per l'aumento di casi di intimidazione giudiziaria, l'uso crescente di cause per diffamazione per mettere a tacere i media e l'adozione di leggi restrittive con il pretesto di combattere le fake news, le ingerenze straniere e la pandemia da Covid-19. Altre tendenze preoccupanti includono l'erosione dell'indipendenza dei media di servizio pubblico e l'acquisizione dei media privati da parte dei governi in diversi paesi per assicurarsi la compiacenza dei media, così come le restrizioni poste al lavoro dei giornalisti, in particolare sul tema della migrazione, le minacce da parte del crimine organizzato e la sorveglianza elettronica dei giornalisti.
I partner della piattaforma si rammaricano che gli Stati membri del Consiglio d'Europa abbiano risposto solo a un terzo delle segnalazioni pubblicate sulla piattaforma nel 2021.