In una decisione adottata sulla base di un rapporto della Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, il Comitato dei Ministri ha condannato le violazioni dei diritti umani commesse dalle autorità di occupazione russe contro cittadini ucraini, tatari di Crimea e altri residenti della Crimea temporaneamente occupata. Il Comitato dei Ministri ha ribadito di non riconoscere l’annessione illegale della Repubblica autonoma di Crimea e della Città di Sebastopoli da parte della Federazione russa.
Il Comitato dei Ministri ha espresso viva preoccupazione per il costante rifiuto da parte della Federazione russa di garantire alla Commissaria per i diritti umani e ai rappresentanti di altri meccanismi regionali o internazionali per i diritti umani un accesso sicuro e senza ostacoli in Crimea. Sotto l’occupazione temporanea russa, la situazione dei diritti umani in Crimea si è notevolmente degradata. Molteplici e gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario non sono state oggetto di indagini tempestive ed efficaci.
Il Comitato dei Ministri accoglie con favore il rapporto della Segretaria generale e il suo impegno a migliorare la situazione dei diritti umani in Crimea, in particolare grazie alla partecipazione alla Piattaforma Crimea. Nel riconoscere l’importanza fondamentale di una presenza internazionale per prevenire un ulteriore deterioramento della situazione, il Comitato ha invitato la Segretaria generale a prendere tutte le disposizioni necessarie, in particolare conducendo un dialogo con tutte le parti interessate, per ottenere la garanzia di un accesso immediato e senza ostacoli in Crimea per gli organi del Consiglio d’Europa.
Il Comitato dei Ministri ha inoltre invitato la Russia a revocare la decisione di dichiarare il Mejlis del popolo tataro di Crimea un’organizzazione estremista e di vietarne le attività. La Russia è altresì sollecitata a garantire alle organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani un accesso sicuro, privo di rischi e senza restrizioni alla Repubblica autonoma di Crimea e alla città di Sebastopoli.