"Il parere della Commissione di Venezia adottato il 19 giugno e reso pubblico oggi permette di risolvere i problemi che sono stati al centro della crisi costituzionale tra l'Assemblea nazionale armena e la Corte costituzionale", ha dichiarato Marija Pejčinović Burić, Segretaria generale del Consiglio d'Europa.
Nel suo parere, la Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto ("Commissione di Venezia") ha chiarito la portata del controllo della Corte costituzionale in merito al processo di revisione della Costituzione e ha riconosciuto all'Assemblea nazionale il potere di revocare la propria decisione di indire un referendum. Inoltre, riconosce la legittimità dell'obiettivo di dare piena attuazione alle disposizioni della Costituzione del 2015 relative alla composizione della Corte costituzionale. Per conciliare tale obiettivo con l'esigenza di preservare la sicurezza della permanenza in carica dei giudici e la loro indipendenza, la Commissione di Venezia ha raccomandato che i giudici che non abbiano ancora completato un mandato di 12 anni possano rimanere in carica fino al termine di quest’ultimo e che i giudici che abbiano già svolto un mandato di 12 anni possano beneficiare, prima di essere sostituiti, di un nuovo periodo transitorio la cui durata dovrebbe essere determinata dalle autorità armene. La Commissione di Venezia ha deplorato che gli emendamenti che non prevedono tale periodo di transizione siano stati presentati all'Assemblea nazionale il giorno dell'adozione del parere.
"Invito tutte le autorità armene a lasciarsi guidare dalle raccomandazioni della Commissione di Venezia per superare la crisi costituzionale attraverso un'attuazione armoniosa delle disposizioni pertinenti della Costituzione del 2015 e in conformità con gli standard del Consiglio d'Europa", ha concluso la Segretaria generale.