Negli ultimi cinque anni, sono state adottate in Serbia diverse modifiche legislative pertinenti alla lotta contro la tratta di esseri umani. Tuttavia, occorrono ulteriori misure per garantire alle vittime un accesso effettivo alla giustizia e vie di ricorso effettive, ha dichiarato il GRETA, organismo antitratta del Consiglio d’Europa, in un nuovo rapporto.
Il rapporto accoglie con favore le misure prese dalle autorità serbe per sviluppare il quadro legislativo riguardante la lotta contro la tratta. Tali misure includono l’introduzione, nella legge sugli stranieri, di un periodo di ripresa e riflessione e un permesso di residenza temporaneo per motivi umanitari per le vittime della tratta, nonché disposizioni relative a tali vittime nella legge sulle cure sanitarie e nella legge sull’assistenza giuridica gratuita. Un altro sviluppo positivo è l’istituzione della funzione di Relatore nazionale sulla tratta di esseri umani, esercitata dal mediatore.
Tuttavia, il rapporto sottolinea la necessità di ulteriori misure per garantire alle vittime della tratta un migliore accesso alla giustizia e vie di ricorso effettive. In particolare, gli avvocati che rappresentano le vittime della tratta dovrebbero avere una conoscenza delle questioni legate alla tratta e i costi dell’assistenza giuridica e dell’assistenza di un difensore sostenuti dalle ONG dovrebbero essere rimborsati dallo Stato.
I casi in cui le vittime ottengono un risarcimento sono rari. Di conseguenza, il GRETA chiede alle autorità di assicurare che le vittime della tratta siano informate in modo sistematico del loro diritto al risarcimento e di ricorrere appieno alla legislazione sul sequestro e sulla confisca dei beni degli autori di reato al fine di assicurare il risarcimento alle vittime. Le autorità dovrebbero inoltre istituire quanto prima un meccanismo di risarcimento da parte dello Stato accessibile alle vittime della tratta.