Nel corso dell’ultimo anno, i movimenti di protesta si sono moltiplicati in tutto il mondo, dal Cile a Hong Kong. L'Europa non è stata risparmiata da questa ondata di manifestazioni. Le proteste assumono varie forme, come le dimostrazioni di massa e ripetute, l'occupazione di luoghi pubblici o i raduni spontanei. L'uso dei social media contribuisce ugualmente a trasformare le modalità di organizzazione e gestione dei raduni.
Esistono molte ragioni per questa crescente mobilitazione dei manifestanti in tutta Europa: disuguaglianze economiche, perdita di fiducia nella classe politica tradizionale e nelle istituzioni, violazioni dei diritti umani e delle regole democratiche e, più in generale, il desiderio di intere fasce delle nostre società di essere ascoltate maggiormente.
Le manifestazioni costituiscono per i cittadini un modo di partecipare a dibattiti pubblici su questioni sociali e politiche. È quindi fondamentale per la salute delle società democratiche proteggere il diritto alla libertà di associazione pacifica. Gli Stati membri del Consiglio d'Europa lo riconoscono da tempo, e questo diritto è di fatto sancito da molte costituzioni nazionali. Inoltre, la Corte europea dei diritti dell'uomo (la Corte) ha sviluppato nel corso degli anni un'ampia giurisprudenza sul diritto alla libertà di assemblea pacifica, come stabilito dall'articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU).