Una conferenza internazionale organizzata congiuntamente dal Consiglio d’Europa, attraverso il suo Comitato europeo per la cooperazione giuridica, e l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) esaminerà il modo in cui gli Stati membri in Europa possono affrontare al meglio il problema dell’apolidia e promuovere opportunità di unire gli sforzi collettivi per estirparlo. L’evento, che si terrà il 24 settembre a Strasburgo e in modalità virtuale, riunirà relatori di alto livello, alti rappresentanti dei governi degli Stati membri, autorità nazionali con esperienza specifica in materia di nazionalità e apolidia, giudici, rappresentanti di organizzazioni internazionali e regionali, organizzazioni della società civile e mondo accademico e apolidi.
Secondo l’UNHCR, in Europa si contano oltre 535.000 apolidi. Non avere una nazionalità ha un impatto negativo sul loro accesso all’istruzione, al mondo del lavoro, all’assistenza sanitaria, a un alloggio e alla libertà di movimento.
La conferenza sarà una piattaforma di scambio di buone pratiche ed esperienze, soprattutto in ambito di individuazione e protezione degli apolidi, prevenzione e riduzione del rischio di apolidia in Europa, prevenzione e riduzione dell’apolidia infantile e temi correlati, partendo dalle conclusioni dei precedenti incontri tecnici di esperti tenutisi il 23 settembre.
Uno dei principali obiettivi è esaminare, attraverso il dialogo tra pari e con le diverse parti interessate, le buone pratiche e gli approcci politici in quest’area per sostenere e promuovere l’attuazione o la ratifica della Convenzione europea sulla nazionalità (STE n. 166), della Convenzione sulla prevenzione della condizione di apolide in relazione alla successione di Stati (STCE n. 200), della Convenzione delle Nazioni Unite relativa allo status degli apolidi (1954) e della Convenzione delle Nazioni Unite sulla riduzione dell’apolidia (1961).