In un nuovo rapporto, il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO) ritiene che, sebbene la violenza basata sul genere sia ormai “al centro del dibattito pubblico”, molti Stati membri del Consiglio d’Europa dovrebbero intensificare gli sforzi per porre fine a tale violenza.
Il GREVIO, organismo composto da esperti indipendenti incaricati di monitorare l’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (“Convenzione di Istanbul”), constata con soddisfazione che numerosi paesi hanno adottato “standard legislativi e politici più elevati” a livello nazionale. Dalle visite di valutazione in loco è emerso che la Convenzione è “percepita in modo estremamente positivo” da parte delle autorità statali, delle organizzazioni di donne e dalle associazioni di vittime. Nel rapporto si menzionano miglioramenti nella legislazione e nei documenti strategici: gli Stati estendono il campo di applicazione delle norme giuridiche relative alla violenza sulle donne e alla violenza domestica, conformemente alle disposizioni della Convenzione, e adottano i piani d’azione richiesti.
Il GREVIO accoglie con favore anche gli sforzi compiuti per creare dei meccanismi nazionali di coordinamento come prima tappa essenziale per raccogliere dati e informazioni precisi e per elaborare delle politiche che coinvolgano tutti gli attori a qualsiasi livello.
Le tendenze e le sfide descritte in questa pubblicazione derivano dai primi otto rapporti di monitoraggio che il GREVIO ha pubblicato tra il 2015 e il 2019 (riguardanti Albania, Austria, Danimarca, Principato di Monaco, Montenegro, Portogallo, Svezia e Turchia) e sono confermate dalle conclusioni emerse dai progetti di rapporto finali adottati a partire da maggio 2019 per Finlandia, Francia, Italia, Paesi Bassi e Serbia.
Il rapporto indica tuttavia che, nonostante i progressi compiuti, restano dei problemi che devono essere affrontati.
Nel rapporto si legge ad esempio che il numero di servizi di sostegno specializzati per le donne vittime di violenza è ancora insufficiente e il finanziamento di tali servizi è “estremamente volatile”. In alcuni paesi, questi servizi non sono distribuiti equamente sul territorio e il fatto che non siano disponibili nelle aree rurali significa che molte persone non hanno la possibilità di accedervi.