La forte spinta del populismo nazionalista, gli sforzi continui in materia di integrazione dei migranti e la risposta degli Stati europei ai nuovi attacchi terroristici che hanno colpito l’Europa nel 2016 sono le maggiori evoluzioni identificate dalla Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa (ECRI) nel suo rapporto annuale pubblicato oggi.
L’impennata del populismo nazionalista ha contraddistinto il 2016. I movimenti nazionalisti e xenofobi hanno strumentalizzato le paure e le incertezze; gli insulti razzisti e il discorso dell’odio xenofobo hanno raggiunto livelli senza precedenti e sono entrati in molti casi nella tendenza politica dominante.
“La crescita di politiche populiste in Europa è profondamente preoccupante, in particolare quando è rivolta alle minoranze, inclusi migranti e rifugiati,” ha dichiarato Thorbjørn Jagland, Segretario generale del Consiglio d’Europa. “Invito tutti i responsabili politici a fare tutto ciò che è in loro potere per impedire questa pericolosa tendenza e impegnarsi a costruire società inclusive”.
Il Presidente dell’ECRI, Christian Åhlund, ha sottolineato che il discorso dell’odio si sviluppa nella sfera politica e mediatica: “non è sufficiente perseguire penalmente e tenere sotto controllo il discorso dell’odio, dobbiamo contrastarlo attivamente. I codici deontologici interni dei media e dei parlamentari dovrebbero prevedere delle sanzioni. Le élite politiche, religiose e culturali, gli artisti e le celebrità sportive devono partecipare in maniera attiva alla diffusione di un contro-discorso”.