In un rapporto pubblicato oggi, il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) indica che la Lettonia ha potenziato la propria legislazione, ma chiede alle autorità di migliorare l’identificazione, la protezione e il risarcimento delle vittime della tratta.
Dal 2012 al 2016, sono state identificate ufficialmente 110 vittime della tratta, la maggior parte delle quali è rappresentata da donne coinvolte in “matrimoni fittizi” che hanno portato al loro sfruttamento. La seconda forma di sfruttamento più frequente è stata il lavoro forzato (25 casi), seguito dallo sfruttamento sessuale (20 casi). Sono stati identificati anche otto minori. Tutte le vittime identificate, tranne una, erano cittadini lettoni. La Lettonia rimane principalmente un paese di origine per le vittime della tratta.
In materia legislativa, il GRETA accoglie con favore l’introduzione nel Codice penale di una disposizione che esonera dalla responsabilità penale una persona che ha commesso un reato mentre era oggetto di tratta e invita le autorità a estendere la disposizione di non sanzione a tutte le infrazioni che le vittime sono state costrette a compiere. È stato criminalizzato inoltre l’utilizzo di servizi di prostituzione sapendo che la persona è vittima della tratta. L’inclusione, nella nuova legge sull’asilo, delle vittime della tratta tra le persone che devono essere oggetto di misure d’accoglienza particolare è stata considerata uno sviluppo positivo.