“La Turchia deve intraprendere misure urgenti e necessarie per ristabilire la fiducia nel sistema giudiziario e porre rimedio al danno causato allo Stato di diritto durante lo stato di emergenza e in seguito allo stesso”, ha dichiarato Dunja Mijatović, Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa al termine di una visita di cinque giorni in Turchia.
La Commissaria ha affermato che l’indipendenza del sistema giudiziario turco è stata gravemente compromessa durante questo periodo, anche attraverso modifiche costituzionali relative al Consiglio dei giudici e dei pubblici ministeri, in netta contraddizione con le norme del Consiglio d’Europa, e la sospensione delle tutele e delle procedure ordinarie di dimissione, reclutamento e nomina dei giudici e dei pubblici ministeri. Di conseguenza, “la tendenza esistente del sistema giudiziario turco di porre la protezione dello Stato al di sopra di quella dei diritti umani si è notevolmente rafforzata e il procedimento penale risulta spesso ridotto a una mera formalità, soprattutto nei casi relativi al terrorismo. In innumerevoli altri casi, il sistema giudiziario viene letteralmente scavalcato anche per misure che hanno un grave impatto sui diritti fondamentali delle persone, come alcune restrizioni agli spostamenti o il diritto di esercitare la professione di avvocato”, ha dichiarato la Commissaria.
“La Turchia ha il diritto e il dovere di combattere il terrorismo e le organizzazioni criminali, anche in risposta al tentato colpo di Stato del 15 luglio 2016. Non vi è sicurezza senza il rispetto dei diritti umani e allo stesso tempo le persone non possono godere dei diritti umani se non si sentono sicure. Ignorare i diritti umani in questa lotta contro il terrorismo mina lo Stato di diritto e la fiducia nel sistema della giustizia”.