Un rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT), pubblicato in data odierna, a seguito di una visita mirata nel Regno Unito nel maggio 2019 (vedi sintesi), evidenzia una grave crisi del sistema penitenziario britannico. Secondo la delegazione del CPT, i tre istituti penitenziari maschili visitati (Doncaster, Liverpool e Wormwood Scrubs), sono poco sicuri e sovraffollati, vivono in un clima di violenza, con numerosi detenuti sottoposti a regimi restrittivi e/o a lunghi periodi di isolamento. Il CPT ha rilevato la presenza di una situazione analoga dopo la visita effettuata negli istituti penitenziari minorili di Feltham A e Cookham Wood.
Il CPT ha constatato che le violenze tra detenuti e le aggressioni dei sorveglianti da parte di detenuti o dei sorveglianti sui detenuti hanno raggiunto livelli senza precedenti e che nessuno delle carceri visitate poteva essere considerato sicuro. Le misure miranti ad impedire la recrudescenza delle violenze si sono rivelate inefficaci ed è stato osservato un nuovo fenomeno estremamente allarmante riguardante la pratica informale dei colpi sferrati dal personale penitenziario, “a titolo preventivo”, nei confronti di detenuti che non pongono un problema, ma che, a un certo momento, potrebbero costituire una minaccia. Il CPT ha inoltre espresso viva preoccupazione per l’allarmante aumento del consumo di sostanze stupefacenti, e ha rilevato che la tossicodipendenza era onnipresente in tutti gli istituti visitati; i test antidroga effettuati in una delle carceri hanno permesso di constatare che risultava positivo un terzo dei detenuti. Inoltre, alcuni detenuti erano confinati nelle loro celle 23 ore al giorno, e il CPT ha espresso serie preoccupazioni riguardo alla segregazione dei detenuti per lunghi periodi di tempo.
Nelle tre carceri maschili visitate, un numero elevato di detenuti soffriva di disturbi mentali, ed erano ugualmente numerosi i detenuti che nell’ultimo anno si erano inflitti mutilazioni, con lesioni talvolta gravi. La delegazione del CPT ha inoltre incontrato diversi detenuti affetti da gravi disturbi mentali che erano stati collocati nel reparto di isolamento, piuttosto che essere curati in ambiente ospedaliero appropriato. Il rapporto nota che numerosi agenti penitenziari sono sottoposti a fortissima pressione e lavorano in condizioni molto difficili. Malgrado una campagna di reclutamento iniziata dal 2016, continua a rappresentare un serio problema il mantenimento in servizio del personale penitenziario e non si sono notate evoluzioni significative per quanto riguarda il numero degli agenti a diretto contatto con i detenuti nei vari reparti.