Nel suo nuovo rapporto sulla situazione delle carceri in Ucraina, il Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione della tortura (CPT), accoglie di buon grado la riforma delle forze dell’ordine e le evoluzioni positive riscontrate nelle colonie penali visitate in precedenza, ma esprime vive preoccupazioni per i maltrattamenti ad opera di agenti delle forze di polizia e l’assenza di progressi per quanto riguarda la situazione dei condannati all’ergastolo (consultare anche la sintesi del rapporto).
Il CPT accoglie con favore le importanti riforme riguardanti le forze dell’ordine in Ucraina, in particolare la creazione di un servizio di polizia nazionale unificato.
Destano tuttavia ancora seria preoccupazione le accuse di maltrattamenti polizieschi (schiaffi, pugni, calci o percosse con manganelli o bottiglie di plastica riempite d’acqua), nella maggior parte dei casi inflitti dagli agenti dei servizi operativi per cercare di ottenere delle confessioni. Malgrado la diminuzione della gravità dei maltrattamenti rispetto alla visita effettuata nel 2013, resta allarmante la frequenza dei casi di presunti maltrattamenti. Il CPT invita le autorità ucraine a perseguire una politica di “tolleranza zero” nei confronti dei maltrattamenti da parte della polizia e a indagare efficacemente su tutte le denunce.
Tra gli altri problemi riguardanti le forze dell’ordine figurano le detenzioni non registrate, la mancata applicazione delle norme e garanzie per prevenire i maltrattamenti, quali il diritto di avere accesso a un avvocato e a un dottore, e il persistere della prassi di trattenere i fermati nei locali della polizia oltre il limite legale previsto di 72 ore.