I costituzionalisti della Commissione di Venezia hanno constatato oggi che i tentativi del Presidente venezuelano Nicolás Maduro di elaborare una nuova Costituzione presentano numerose lacune che “minano la credibilità democratica”.
Gli esperti del Consiglio d’Europa hanno risposto alla richiesta di un parere, avanzata il mese scorso dall’Organizzazione degli Stati americani (OAS), sulle “questioni giuridiche” sollevate dalla richiesta da parte del Presidente venezuelano di eleggere un’Assemblea costituente nazionale, con lo scopo di redigere una nuova Costituzione.
L’Assemblea costituente nazionale è una convenzione costituzionale richiesta dal Presidente e formata da delegati eletti che hanno il potere di elaborare una Costituzione completamente nuova e anche di riorganizzare i rami del governo.
Il Presidente venezuelano ha emanato tre decreti (2830 del 1° maggio 2017, 2878 del 23 maggio 2017 e 2878 del 4 giugno 2017) per chiedere l’elezione di un’Assemblea costituente nazionale, per stabilire le norme di tale elezione e per incoraggiare l’Assemblea costituente nazionale a sottoporre il progetto di Costituzione a referendum.
Nel suo parere, la Commissione di Venezia indica che il potere del Presidente della Repubblica di chiedere l’elezione di un’Assemblea costituente nazionale senza indire un referendum è discutibile. La Commissione ha inoltre riscontrato che secondo la Costituzione e le norme dello Stato di diritto, il Presidente non ha il potere di decidere le regole per l’elezione dell’Assemblea costituente e che le norme che ha stabilito nel suo decreto – una combinazione di rappresentazione territoriale e settoriale – violano gravemente il principio democratico dell’uguaglianza del voto.
La Commissione ha posto in evidenza l’assoluta necessità di un “dibattito approfondito che coinvolga le varie forze politiche, le organizzazioni non governative e le associazioni di cittadini, il mondo accademico e i media”, al fine di adottare un “testo sostenibile, che sia accettabile per tutta la società e in linea con le norme democratiche”. La Commissione ha chiesto “la possibilità di esercitare senza ostacoli la libertà di assemblea pacifica, la libertà di espressione, nonché una divulgazione delle argomentazioni equa, adeguata ed estesa da parte dei media”.