Gli esperti in materia costituzionale della Commissione di Venezia hanno concluso che, mentre il diritto internazionale prevede chiaramente l'obbligo di tutti gli Stati e le organizzazioni internazionali di non riconoscere esplicitamente o implicitamente un'annessione, ciò non implica necessariamente l'obbligo dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) di rifiutare le credenziali alla delegazione dello Stato che ha proceduto all'annessione. Il rapporto è stato richiesto dall’APCE.
La Commissione di Venezia ha altresì adottato due pareri sull'Ucraina. Nel primo avverte che la legge sulla lingua nazionale non garantisce un giusto equilibrio tra la necessità di rafforzare la lingua ucraina e l’imperativo di tutelare i diritti linguistici delle minoranze. Nel secondo parere, gli esperti indicano che i recenti emendamenti giuridici relativi alla Corte suprema e alla magistratura minacciano la stabilità e l'indipendenza del sistema.
Il parere della Commissione di Venezia sulla Bulgaria sottolinea che il meccanismo proposto per sospendere il Procuratore generale potrebbe non riuscire a raggiungere i suoi obiettivi e non dovrebbe essere esteso a due magistrati giudicanti.
Per quanto riguarda la legge sull’uso delle lingue nella Macedonia del Nord, la Commissione invita le autorità a riesaminare la nuova legge sulla lingua e ad abbandonare le disposizioni sul bilinguismo nei procedimenti giudiziari.
La Commissione adotterà il suo parere sulla libertà di riunione in Bosnia-Erzegovina sabato 7 dicembre.
I testi integrali di tali pareri saranno pubblicati sulla pagina web dei pareri della Commissione di Venezia lunedì 9 dicembre, in serata.