I co-relatori per il monitoraggio della Turchia da parte dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa hanno lanciato un appello alle autorità turche affinché trovino una soluzione al caso Kavala che sia conforme a una precedente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.
A conclusione della loro visita di tre giorni a Istanbul e Ankara dedicata a questo caso, John Howell (Regno Unito, CE/DA) e Boriss Cilevics (Lettonia, SOC) si sono dichiarati turbati dalla condanna all’ergastolo aggravato inflitta al filantropo Osman Kavala il 25 aprile 2022, che, a loro avviso “disattende in modo flagrante la sentenza del 2019 della Corte europea dei diritti dell’uomo”. La mancata esecuzione di tale sentenza ha indotto il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a lanciare una procedura di infrazione nel febbraio 2022, ancora in corso.
“Nel corso delle fruttuose riunioni di questi ultimi giorni, abbiamo ascoltato le argomentazioni giuridiche sviluppate da entrambe le parti. Ci pare tuttavia chiaro che gli elementi di prova ritenuti insufficienti dalla Corte di Strasburgo per giustificare persino una detenzione provvisoria sono stati utilizzati e hanno fornito la base per la condanna più severa possibile di primo grado. Sono state disattese con evidente sprezzo le conclusioni della Corte europea dei diritti dell’uomo. Riteniamo che la sentenza della Corte si applichi ugualmente all’atto di accusa ulteriore per il quale è stato nuovamente arrestato,” hanno dichiarato.
I due relatori hanno inoltre dichiarato che la condanna a severe pene detentive di sette coimputati nel processo Gezi, tra cui il Direttore della Scuola di Studi politici del Consiglio d’Europa ed eminenti attivisti della società civile, e la loro detenzione immediata desta vive preoccupazioni. “Deploriamo di non avere potuto visitare in carcere il Sig. Kavala e i suoi coimputati del processo Gezi. Prendiamo tuttavia nota che non ci sono state lamentele riguardanti le loro condizioni detentive e che, fintanto che la sentenza non diventerà definitiva, queste persone sono detenute e non condannate.”
“Siamo convinti che la soluzione del caso Kavala è nelle mani del sistema giudiziario turco, che ha la capacità di trovare una soluzione giuridica conforme alla decisione della Corte di Strasburgo, nel rispetto del diritto internazionale e senza pressione politica o indebita ingerenza. Ci auguriamo vivamente che i tribunali di grado superiore interpreteranno con diligenza la sentenza della Corte di Strasburgo e siamo disposti ad assisterli con tutti i mezzi possibili.”