In un parere sulla Polonia adottato oggi, la Commissione del Consiglio d’Europa per la Democrazia attraverso il Diritto (“Commissione di Venezia”) ha constatato che l’effetto cumulativo delle riforme proposte a due leggi e gli emendamenti a una terza legge recentemente adottati “mettono seriamente a rischio” l’indipendenza di “tutte le parti” del sistema giudiziario polacco.
Il parere riguarda due bozze recentemente sottoposte dal Presidente polacco al Sejm (parlamento polacco), che modificano la legge sul Consiglio nazionale della Magistratura e la legge sulla Corte Suprema, nonché gli emendamenti già adottati alla legge sui tribunali ordinari.
In un secondo parere sulla Polonia, anch’esso adottato durante la sua quarta e ultima sessione plenaria del 2017, la Commissione di Venezia ha concluso che i ruoli del Ministero della Giustizia e del pubblico ministero dovrebbero essere nuovamente separati. La fusione secondo una legge del 2016 si spinge troppo oltre in quanto nessuna norma europea applicabile prevede una situazione in cui il pubblico ministero non solo è subordinato al Ministero della Giustizia, ma è anche il Ministero della Giustizia stesso.
In relazione alla legge sull’istruzione in Ucraina, la Commissione di Venezia ha adottato un parere il quale stabilisce che è necessario mantenere un livello sufficiente di istruzione e formazione nelle lingue minoritarie e che un trattamento iniquo delle lingue non appartenenti all’Ue è “problematico”. Sebbene per gli Stati sia un obiettivo legittimo promuovere il potenziamento della lingua statale e la sua padronanza da parte di tutti, secondo il parere le forti critiche nazionali e internazionali mosse soprattutto a causa di disposizioni che riducono l’ambito dell’istruzione nelle lingue minoritarie sembrano giustificate.
Il testo completo di questi e altri pareri adottati oggi dovrebbero essere disponibili sul sito web della Commissione di Venezia entro lunedì 11 dicembre.