L’attuale crisi migratoria e gli attentati terroristici sono i principali fattori che hanno influenzato il dibattito pubblico e le politiche in Europa nel 2015, afferma la Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI), nel suo rapporto annuale pubblicato quest’oggi.
Mentre l'Europa sta vivendo un afflusso inaudito di migranti e richiedenti asilo in fuga da guerre, persecuzioni e povertà, l'impegno di molti paesi europei a favore dell’elaborazione di politiche migratorie basate sui diritti umani è stato messo alla prova.
Il rapporto rileva che certi governi ricorrono a misure restrittive per l’attraversamento delle frontiere, o tendenti a dissuadere i migranti e i richiedenti asilo a restare sul loro territorio, o a rendere penalmente perseguibile l’assistenza ai migranti in situazione irregolare, confondendo le distinzioni giuridiche tra favoreggiamento e complicità nella tratta di esseri umani e assistenza umanitaria. In altri paesi, tuttavia, si è sviluppata una “cultura dell’accoglienza”, che ha spinto le autorità e i volontari locali a dedicare tempo e risorse al servizio dei nuovi arrivati. Nel corso del secondo semestre del 2015, sono stati espressi dubbi sulla capacità delle popolazioni locali di affrontare il flusso sempre più massiccio degli arrivi di migranti e richiedenti asilo, e si è assistito a un aumento di discorsi apertamente xenofobi e a ripetuti attacchi contro i centri di accoglienza.
“I paesi devono combattere la violenza razzista e attuare politiche di integrazione dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati”, ha dichiarato Christian Ahlund, presidente dell’ECRI. “Il principio dell’equa ripartizione è la chiave di volta dell’elaborazione di politiche efficaci in questo delicato settore”. (segue...)
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