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(Fa fede il discorso pronunciato)
Discorso di Giovanni Di Stasi, presidente del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa
Signor Presidente,
Signori Ministri,
Signore e Signori,
Vorrei far udire la voce delle autorità locali e regionali. Una voce che è ancora troppo debole ma che, a mio parere, è essenziale al concerto delle 46 nazioni che rappresentate qui oggi.
In questa sede, sono l’unico ma fermo rappresentante di circa 200.000 circoscrizioni, regioni, province e comunità a statuto speciale, tutte concorrenti a creare quel mosaico di varietà di istituzioni amministrative che riflette le nostre identità.
Sono stato eletto rappresentante di una regione d’Italia, il Molise, di cui probabilmente molti di voi non hanno sentito parlare, ma che è una regione dalla forte personalità, dall’identità marcata e dalla quotidiana democrazia locale, elemento chiave della diversità e della ricchezza della nostra nazione.
Il messaggio che desidero portarvi oggi durante questa occasione solenne, alla presenza di così numerose eminenti figure politiche, è quello della democrazia e dell’autonomia locale. In passato, il dialogo tra il governo centrale e le autonomie locali non è stato sempre facile.
La situazione è però cambiata e sono consapevole di quanto tutti voi comprendiate l’importanza della democrazia locale. Innanzitutto, molti di voi hanno iniziato la loro avventura politica a quel livello, dove abbiamo svolto il nostro apprendistato in qualità di professionisti della democrazia.
Il Consiglio d’Europa ha avuto un ruolo pionieristico nel processo evolutivo necessario a promuovere questa dimensione vitale della democrazia moderna. La nostra attenzione è stata particolarmente concentrata sulla necessaria distribuzione dei poteri e delle responsabilità a livello nazionale, regionale e locale, in conformità con il principio di sussidiarietà.
Questo principio, infatti, è stato riconosciuto per la prima volta nel 1985, nella Carta europea delle autonomie locali, il cui ventesimo anniversario è stato celebrato quest’anno. Quarantuno stati membri su quarantasei hanno ratificato la carta, indice del progresso svolto, in termini di approvazione intellettuale e di reale pratica, dall’autonomia locale, in qualità di ingrediente essenziale della democrazia.
Appare chiaro a tutti, oggi, che non può esserci democrazia senza democrazia locale, e, permettetemi di aggiungere, che nel contesto politico delle nostre democrazie, che indubbiamente attraversano una crisi, di cui abbiamo testimonianza attraverso l’aumento improvviso dei movimenti estremisti, l’assenteismo elettorale e la diffusa angoscia pubblica per la globalizzazione; in questo contesto la democrazia locale rappresenta una chiave per la rivitalizzazione della nostra cultura democratica.
Noi siamo convinti, e mi rivolgo ora ai Capi di Stato e di Governo presenti qui oggi, che deciderete di utilizzare pienamente il potenziale del Congresso, consolidandolo al fine di poter affrontare le nuove sfide e svolgere il suo ruolo nell’attuazione del piano di azione che intenderete adottare.