Indietro Violenza sulle donne

Il Segretario generale Jagland: l’Europa deve fare di più per indagare sui casi di violenza nei confronti delle donne

Nel presente commento, Thorbjørn Jagland, Segretario generale del Consiglio d’Europa, spiega i motivi per cui è necessario che un numero maggiore di governi firmi e ratifichi la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla violenza nei confronti delle donne.

“I titoli dei quotidiani indicano che purtroppo, in tutto il mondo, persistono casi di violenza sulle donne. Per il Consiglio d’Europa, è priorità assoluta porre fine a tale violenza, poiché viola i diritti umani fondamentali.

Non occorre guardare lontano per capire l’enorme portata di questo problema.

Milioni di donne e ragazze in tutto il mondo sono quotidianamente vittime di violenza. Questo abuso assume molteplici forme, tra cui violenza fisica e sessuale da parte del partner, mutilazione genitale femminile, matrimonio infantile e forzato, tratta a fini sessuali e stupro. Una serie di articoli appena pubblicati dal giornale Lancet sulla violenza nei confronti delle donne e delle ragazze indicano che tali abusi possono essere prevenuti.

Progressi sono stati compiuti da quando la nostra pionieristica convenzione volta a porre fine alla violenza nei confronti delle donne, nota anche come Convenzione di Istanbul, è entrata in vigore per i 15 Paesi che finora l’hanno ratificata.

Si stanno adottando misure specifiche. Ad esempio, le forze dell'ordine riceveranno una formazione migliore per affrontare i casi di violenza domestica, i commissariati di polizia saranno predisposti in modo che le vittime di violenze domestiche possano essere ascoltate privatamente e la polizia realizzerà strutture per offrire un rifugio temporaneo in alcuni casi.

Necessità di monitoraggio  

La convenzione sarà presto applicata da un gruppo di esperti indipendenti che monitorerà l’adempienza dei governi ai suoi 81 articoli.

Il nostro Comitato dei Ministri approverà le regole di procedura che definiranno le modalità operative del Gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, noto anche come “GREVIO”.

Il gruppo di monitoraggio sarà inizialmente formato da 10 esperti indipendenti ma il numero arriverà a 15, dopo la ratifica della convenzione da parte di 25 Stati. L’attività di monitoraggio del GREVIO si baserà sulle informazioni inviate dai governi in risposta a questionari e su informazioni fornite dalla società civile e da istituzioni per i diritti umani.

Una visione premiata

In quanto primo insieme di norme vincolanti sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica in Europa, la nostra convenzione chiede ai governi di prevenire gli atti di violenza, proteggere le vittime e perseguire gli autori di tali atti.

Il suo obiettivo ad ampio spettro – che copre tutte le forme di violenza nei confronti delle donne e delle ragazze, dalla mutilazione genitale femminile allo stalking - ha recentemente ottenuto il riconoscimento da parte del World Future Council, dell’Unione interparlamentare e di UN Women. Lo scorso mese, in una cerimonia a Ginevra, hanno assegnato alla nostra convenzione il prestigioso “Vision Award”, che plaude alla visione della convenzione per le donne in Europa e in tutto il mondo, ovvero vivere una vita priva di violenza.

La nostra convenzione è promossa anche dalle ONG. Per segnare la Giornata internazionale dell’ONU contro la violenza sulle donne, Amnesty International e il Consiglio d’Europa pubblicano una guida completa per aiutare i governi a capire in che modo utilizzare la convenzione del Consiglio d’Europa come strumento per porre fine alla mutilazione genitale femminile e per aiutare la società civile a dare esempi di azioni per la lotta contro questa pratica.

Esorto tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa che non lo avessero ancora fatto a firmare e ratificare la Convenzione di Istanbul, poiché offre ai governi l’opportunità di rompere il silenzio e abolire i tabù su tutte le forme di violenza nei confronti delle donne”.

Si consulti anche:
Il Consiglio d'Europa e Amnesty International pubblicano una guida contro le mutilazioni genitali femminili

Segretario generale Strasburgo 21 novembre 2014
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