Cittadinanza e partecipazione
Cosa è la cittadinanza?
Le tradizioni e gli approcci alla cittadinanza variano nel corso della storia e da un lato all’altro del mondo a seconda dei diversi paesi, storie, società, culture ed ideologie, generando interpretazioni differenti del concetto di cittadinanza.
L'origine della "cittadinanza" può essere fatta risalire all'antica Grecia, quando i "cittadini" erano coloro che avevano il diritto legale di partecipare alle decisioni dello Stato. Per coloro che avevano lo status privilegiato di essere cittadini, l'idea della "virtù civica" o dell'essere "bravi" cittadini era una parte importante del concetto, poichè la partecipazione non era considerata solamente un diritto ma anche, e principalmente, un dovere. Un cittadino che non si assumeva le proprie responsabilità era considerato socialmente distruttivo.
La cittadinanza è una realtà complessa e multidimensionale che deve collocarsi nel suo contesto politico e storico... . La cittadinanza democratica, in particolare, si riferisce alla partecipazione attiva degli individui al sistema dei diritti e delle responsabilità che è la sorte dei cittadini nelle società democratiche.
Meeting di consultazione per il Programma di educazione alla cittadinanza democratica del Consiglio d'Europa, 1996
Oggi tale concetto si riflette più comunemente nel rapporto giuridico tra l’individuo e lo Stato; quello della nazionalità. La maggior parte dei cittadini del mondo sono cittadini legalmente riconosciuti da una nazione o da un'altra, e questo consente loro di avere determinati privilegi o diritti. Essere un cittadino inoltre impone determinati doveri in termini di ciò che lo stato si aspetta dai cittadini che fanno parte della sua giurisdizione. Pertanto i cittadini assolvono a determinati obblighi nei confronti del loro stato e in cambio si aspettano la protezione dei loro interessi fondamentali.
Tuttavia il concetto di cittadinanza ha molti più livelli di significato di quello di nazionalità. Oggi "cittadinanza" non è solo un termine legale ma si collega - tra le altre cose - al senso di appartenenza dell'individuo, per esempio il senso di appartenenza ad una comunità che egli può plasmare ed influenzare direttamente.
Così una comunità può essere definita attraverso una varietà di elementi, ad esempio un codice morale condiviso, un medesimo sistema di diritti e doveri, la fedeltà ad una civiltà comune, o un senso di identità. Nel significato geografico, "comunità" è solitamente definita su due livelli principali, che la differenziano dalla comunità locale in cui le persone vivono e dallo stato al quale le persone appartengono.
Nel rapporto tra individuo e società possiamo distinguere quattro dimensioni collegate a quattro sottoinsiemi che permettono la definizione di una società e che sono essenziali per la sua esistenza: la dimensione politica/legale, la dimesione sociale, la dimensione culturale e la dimensione economica.1
La dimensione politica della cittadinanza si riferisce ai diritti e alle responsabilità politiche nei confronti dello stato. Lo sviluppo di questa dimensione dovrebbe avvenire attraverso la conoscenza del sistema politico e la promozione dei comportamenti democratici e delle capacità partecipative.
La dimensione sociale della cittadinanza ha a che fare con il comportamento tra gli individui di una società e richiede comportamenti leali e solidali. Le abilità sociali e le conoscenze delle relazioni sociali all'interno della società sono necessarie per lo sviluppo di questa dimensione.
La dimensione culturale della cittadinanza fa riferimento alla consapevolezza di un'eredità culturale comune. Questa dimensione dovrebbe essere sviluppata attraverso la conoscenza di un background culturale, di una storia e di alcune competenze base condivise (lingua nell'oralità, nella lettura e nella scrittura)
La dimensione economica della cittadinanza riguarda la relazione tra un individuo e il mercato del lavoro e del commercio. Implica dunque il diritto al lavoro e ad un livello minimo di sussistenza. Le capacità economiche (nel campo del lavoro e delle altre attività economiche) e la formazione professionale giocano un ruolo chiave nell'acquisizione della dimensione economica.
Queste quattro dimensioni della cittadinanza sono raggiunte attraverso processi di socializzazione che avvengono a scuola, nelle famiglie, nelle organizzazioni civili, nei partiti politici, e anche attraverso le associazioni, i mass media, il vicinato e il gruppo dei pari.
Ogni persona dovrebbe essere in grado di praticare le quattro dimensioni in modo equilibrato, come fossero le quattro gambe di una sedia, altrimenti una cittadinanza piena resterebbe instabile.
Domanda: Quali sentimenti di appartenenza ti riconosci?
Quando siamo parte di una comunità la possiamo influenzare, possiamo partecipare al suo sviluppo e contribiure al suo benessere. Ecco perchè la cittadinanza è anche intesa come una pratica - la pratica di giocare un ruolo attivo all'interno della nostra società. Così la partecipazione potrebbe avvenire nel nostro vicinato, un un gruppo sociale formale o informale, nel nostro paese o nel mondo intero. Il concetto di cittadinanza attiva implica lavorare per il miglioramento della propria comunità tramite la partecipazione, per una migliore condizione di vita di tutti i membri di quella comunità. La cittadinanza democratica è strettamente legata al concetto che mette in rilievo l'idea che la cittadinanza dovrebbe essere basata su principi democratici e valori come il pluralismo, il rispetto per la dignità umana e le leggi.
Domanda: Ti consideri un cittadino attivo?
Cittadinanza, partecipazione e diritti umani
Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici
DUDU, articolo 27
L’articolo 15 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (DUDU) riconosce il diritto alla cittadinanza, il diritto a cambiare la propria cittadinanza ed il diritto a non esserne privati. Il diritto alla nazionalità è confermato da molti altri strumenti internazionali, comresa la Convenzione sulla Nazionalità del Consiglio d'Europa (1997). Nel contesto della norma internazionale i termini "nazionalità" e "cittadinanza" sono solitamente utilizzati come sinonimi. Questo si verifica anche nella Convenzione come evidenziato nel Report esplicativo4: la nazionalità "...si riferisce ad un rapporto legale tra un individuo e lo Stato, riconosciuto dallo Stato. ... per quanto riguarda gli effetti della Convenzione, i termini "nazionalità" e "cittadinanza" sono sinonimi".
Il diritto alla nazionalità è estremamente importante per via delle sue implicazioni nelle vite quotidiane dei singoli individui in ogni paese. Essere riconosciuto come cittadino di una nazione ha molti benefici legali, che possono comprendere - a seconda della nazione - tra gli altri: il diritto di votare, il diritto di ricoprie cariche pubbliche, il diritto alla sicurezza sociale, il diritto all'assistenza sanitaria, il diritto all' istruzione pubblica, il diritto alla residenza permanente, il diritto a possedere delle terre, il diritto ad avere un lavoro.
Anche se ogni paese può determinare chi siano i propri nazionali e cittadini e quali diritti e doveri abbiano, gli strumenti internazionali in materia di diritti umani pongono alcune limitazioni sulla sovranità dello stato nella regolamentazione della cittadinanza. In particolare, il principio universale dei diritti umani di non discriminazione e il principio di evitare l'apolidia limitano la discrezionalità dello Stato sulla cittadinanza.
La partecipazione nella vita politica e culturale è un diritto umano fondamentale, riconosciuto in tanti trattati internazionali sui diritti umani, a partire dalla Dichiarazione Universale sui Diritti Umani, che garantisce il diritto di partecipare al governo e ad elezioni libere, il diritto a partecipare alla vita culturale della comunità, il diritto di riunione pacifica in assemblee e associazioni, il diritto di aderire ai sindacati. La partecipazione è un pincipio fondamentale per i diritti umani ed è anche una condizione perchè la cittadinanza democratica sia effettivamente garantita a tutti.
La partecipazione è uno dei principi guida della Convenzione dui Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Questo trattato afferma che i minori (di qualunque età al di sotto dei 18 anni) hanno il diritto ad essere ascoltati dagli adulti che prendono decisioni su di loro, e che il loro punto di vista deve essere tenuto nella giusta considerazione a seconda della loro età e della loro maturità. Essi hanno il diritto di esmprimersi liberamente e di ricevere e condividere informazioni. La Convenzione riconosce il potenziale dei minori di influenzare le decisioni che sono rilevanti per loro, di condividere i punti di vista e, dunque, di partecipare come cittadini e attori del cambiamento.
Senza l'intera gamma dei diritti umani, la partecipazione diventa difficile se non impossible da realizzare. Cattive condizioni di salute, bassi livelli di istruzione, restrizioni alla libertà di espressione, povertà, e così via, hanno un impatto nella possibilità di prendere parte ai processi e alle dinamiche che riguardano noi e i nostri diritti. In egual modo, senza partecipazione, molti dei diritti umani risultano di difficile accesso. E' attraverso la partecipazione che possiamo costruire una società basata sui diritti umani, sviluppare una coesione sociale, far ascoltare le nostre voci ai politici, ottenere il cambiamento, e di conseguenza essere il soggetto e non l'oggetto della nostra stessa vita.
Domanda: Quali forme di coinvolgimento o partecipazione, oltre al voto nelle elezioni, esistono per i semplici cittadini?
Esercitare la cittadinanza
Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
DUDU, articolo 21
Gran parte della discussione sulla cittadinanza è centrata sul problema di come migliorare l'impegno dei cittadini e la loro partecipazione nei processi della società democratica. E' sempre più evidente che il voto periodico dei cittadini è insufficiente, sia che si vogliano rendere coloro che governano pienamente responsabili, nel periodo di transizione, sia nel promuovere sentimenti di responsabilità tra i semplici cittadini. Peraltro la bassa affluenza alle urne, da parte della popolazione, indica levelli di apatia politica che pregiudicano seriamente il funzionamento effettivo della democrazia.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
DUDU, articolo 20
Una seconda serie di questioni riguarda il problema di quegli individui che, per una ragione o per un'altra, non beneficiano completamente della cittadinanza. Un aspetto di ciò ha come risultato degli schemi di discriminazione che si ripetono nelle società: i gruppi in minoranza si trovano spesso ad avere una cittadinanza solo formale nel paese in cui vivono ma possono trovarsi spesso nella condizione di essere ostacolati ad una partecipazione completa in quella società.
Un secondo aspetto del problema è una conseguenza della crescente globalizzazione, con nuovi modelli di lavoro e di migrazione, che porta ad avere un numero significativo di persone in tutto il mondo che sono residenti in un paese estero ma che non sono nelle condizioni di poter fare richiesta formale di cittadinanza. Tra queste persone ci sono lavoratori immigrati, residenti temporanei ma anche quelle che hanno deciso di prendere residenza permanente in un'altra nazione.
Domanda: I lavoratori immigrati dovrebbero avere diritto almeno ai benefici della cittadinanza, se non alla cittadinanza effettiva?
Si hanno stime della presenza di 70000-80000 rom apolidi in tutta5 Europa.
Un terzo aspetto del problema è la questione dell'apolidia. Nonostante il diritto alla nazionalità sia garantito dalle leggi internazionali sui diritti umani, ci sono millioni di persone in tutto il mondo che non sono cittadini di nessuna nazione. L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati stima che alla fine del 2010 ci fossero 12 milioni di persone apolidi nel mondo. L'apolidia è spesso il risultato della dissoluzione di paesi come l'Unione Sovietica o la Yugoslavia, ma le persone apolidi possono essere anche sfollati e profughi, migranti espulsi, e tutti coloro la cui nascita non è stata registrata dalle autorità.
L'idea della partecipazione alla cittadinanza è un po' come mangiare gli spinaci: nessuno è contrario, per principio, perchè fanno bene.6
Sherry R. Arnstein
Le forme della partecipazione
Si ritiene che la partecipazione dei cittadini al loro governo sia il cardine della democrazia e che possa attuarsi in diverse forme, con diversi meccanismi e a vari livelli. Sono stati sviluppati numerosi modelli partecipativi, il primo e probabilmente il più conosciuto è la scala della partecipazione di Sherry Arnstein (1969).
Arnstein ha identificato otto livelli di partecipazione, ognuno corrisponde ad un piolo di una scala, con scarsa o nessuna partecipazione dei cittadini da un capo della scala fino alla cittadinanza guidata completamente dai cittadini all'altro capo. Più ci si trova in alto sulla scala, più potere si ha nel determinare i risultati. I due pioli più in basso - manipolazione e terapia - non sono affatto partecipativi e dovrebbero essere evitati. I successivi tre andando verso l'alto - informare, consultare e placare- sono simbolici; permettono ai cittadini di avere voce e di essere ascoltati, ma le loro idee possono non essere tenute in giusta considerazione da coloro che detengono il potere. I tre pioli finali - partnership, delega dei poteri e controllo dei cittadini - costituiscono il vero potere dei cittadini e il modello più completo di partecipazione.
Diritti contro realtà
Le comunità rom sono continuamente discriminate in molti paesi europei. In alcuni casi ai rom è negata la cittadinanza del paese in cui vivono. Quando la Cecoslovacchia e la Jugoslavia si sono dissolte negli anni 90, alcuni rom sono rimasti senza nazionalità in quanto gli stati che si sono formati successivamente li hanno considerati come "appartenenti altrove", ed hanno poi attuato una legislazione che negava loro la cittadinanza. Inoltre, i genitori rom, che sono apolidi o che sono emigrati da un altro stato, spesso non riescono a far registrare alle anagrafi i loro figli, nonostante i loro bambini abbiano diritto, per le leggi internazionali, a ricevere la cittadinanza. Di conseguenza tali bamnini non possono avere accesso ad alcuni dei loro diritti fondamentali quali l'assistenza sanitaria o l'istruzione. Altre comunità che hanno stili di vita nomadi, per esempio i Romanichal (Travellers inglesi) in Gran Bretagna, si trovano ad affrontare problemi molto simili.
Anche quando sono formalmente riconosciuti come cittadini, i rom possono trovarsi ad essere esclusi dalla completa partecipazione nelle loro comunità e trattati, in pratica, come cittadini di seconda classe, a causa della diffusa discriminazione e dei pregiudizi nei loro confronti.
Gli Stati parti riconoscono i diritti del bambino alla libertà di associazione e alla libertà di riunione pacifica.
Convenzione sui DIritti dell'infanzia e dell'adolescenza
Il modello di Arnstein è stato ulteriormente sviluppato da Roger Hart e adattato al problema della partecipazione dei bambini e degli adolescenti. Hart ha affermato che la partecipazione è un diritto fondamentale della cittadinanza7 , perchè è il modo in cui si impara che cosa significa essere cittadini. La partecipazione dei giovani può essere vista anche come una forma di alleanza tra giovani e adulti. Ci sono diversi livelli nei quali si può essere coinvolti o si possono assumere delle responsabilità, a seconda della situazione locale, delle risorse, dei bisogni o dei livelli di esperienza. La scala della partecipazione di Hart illustra i diversi gradi di impegno dei bambini e dei giovani in progetti, organizzazioni e comunità. Questi sono gli otto livelli dell'impegno dei giovani:
La terra è un solo paese e l'umanità i suoi cittadini.
Baha'ullah
Grado 8: Decisioni condivise
I progetti o le idee sono avviate dai giovani che invitano gli adulti a prendere parte al processo decisionale come partner.
Grado 7: Decisioni avviate e condotte dai giovani
Projects or ideas are initiated and directed by young people; the adults might be invited to provide necessary support, but a project can be carried out without their intervention.I progetti o le idee sono avviate e dirette dai giovani; gli adulti potrebbero essere invitati a fornire il supporto necessario ma un prog
Grado 6: Decisioni avviate dagli adulti e condivise con i giovani
I progetti sono iniziati dagli adulti ma i giovani sono invitati a condividere il potere decisionale e le responsabilità come partner di pari grado.
Grado 5: Giovani consultati e consapevoli
I progetti sono avviati e gestiti dagli adulti, ma i giovani offrono consigli e suggerimenti e sono informati so quanto il loro apporto contribuisca alle decisioni o ai risultati finali dei progetti.
Grado 4: Giovani assegnati ma informati
I progetti sono avviati e gestiti dagli adulti; i giovani sono invitati a rivestire ruoli specifici o svolgere compiti all'interno del progetto ma sono consapevoli di quale influenza hanno nella realtà.
Partecipazione significa essere coinvolti, avere compiti e condividere e assumere la responsabilità. Significa avere accesso ed essere inclusi.
Peter Lauritzen3
Grado 3: Concessione simbolica
Ai giovani vengono dati dei ruoli nei progetti ma non hanno una vera e propria influenza sulle decisioni. Viene creata una falsa apparenza (volontaria o non intenzionale) che fa pensare che i giovani partecipino mentre in effetti non hanno nessuna possibilità di scelta su ciò che viene fatto e su come viene fatto.
Grado 2: Decorazione
I giovani servono, nel progetto, a rappresentare la gioventù come un gruppo non privilegiato. Non hanno nessun ruolo significativo (tranne l'esserci) e, come con le decorazioni, sono messi in una "posizione" di visibilità all'interno di un progetto o di un'organizzazione, così che sia più facile, per gli estranei, notarli.
Grado 1: Manipolazione
I giovani sono invitati a prendere parte al progetto ma non hanno nessuna influenza reale sulle decisioni e sui risultati. In effetti, la loro presenza è utilizzata per raggiungere degli obiettivi, ad esempio vincere le elezioni locali, creare un'immagine migliore per un'istituzione o assicurarsi dei finanziamenti dalle istituzioni che supportano la partecipazione giovanile.
Ci sono molti modi nei quali i giovani posso giocare un ruolo attivo come cittadini nelle loro società. Nel 2011 è stata condotta un'indagine, che ha coinvolto giovani tra i 15 e i 30 anni negli stati membri dell'Unione Europea, per scoprire come i giovani cittadini euroei partecipino alla società. L'indagine si è concentrata sulla loro partecipazione ad organizzazioni (ad esempio club sportivi, associazioni di volontariato), alle elezioni politiche, ad attività di volontariato e progetti che favoriscono la cooperazione con giovani di altri paesi.
Le conclusioni comprendono i seguenti elementi:
- In tutti i paesi una minoranza di giovani ha dichiarato di essere stata coinvolta in attività che avevano lo scopo di promuovere la cooperazione tra i giovani di altre nazioni; i risultati variavano dal 4% dell'Italia al 16% dell'Austria.
- Circa un quarto dei giovani adulti era stato coinvolto in attività di volontariato organizzato nel 2010. I dati più alti sono stati osservati in Slovenia, Danimarca, Irlanda e nei Pesi Bassi (36%-40%).
- Tra i giovani che avevano raggiunto l'età per votare, circa 8 su 10 avevano votato in un'elezione politica a livello locale, regionale, nazionale o europeo nei tre anni precedenti. I dati variavano dal 67% del Lussemburgo al 93% del Belgio (dove il voto è obbligatorio).
- Circa un terzo dei giovani nell'Unione Europea aveva svolto attività in un club sportivo nel 2010. Circa un sesto era stato coinvolto in organizzazioni giovani e uno su sette aveva partecipato ad attività di organizzazione di eventi culturali.8
Domanda: Come puoi farti ascoltare all'interno del tuo gruppo di giovani, nelle organizzazioni o nelle scuole?
La partecipazione dei giovani nel Consiglio d'Europa
L'obiettivo delle politiche giovanili del Consiglio d'Europa è fornire ai giovani - bambine e bambini, ragazze e ragazzi - eque opportunità ed esperienze che permettano loro di sviluppare le conoscenze, le abilità e le cometenze per giocare un ruolo completo in ogni aspetto della società. 9
Il Consiglio d'Europa gioca un ruolo centrale nel supportare e incoraggiare la partecipazione e la cittadinanza attiva. La partecipazione è fondamentale nelle politiche giovanili del Consiglio in vari modi:
Partecipazione e cittadinanza attiva significa avere il diritto, i mezzi, lo spazio e l'opportunità e, se necessario, il sostegno per partecipare e influenzare le decisioni e impegnarsi in azioni e attività in modo da contribuire alla costruzione di una società migliore.
Carta europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale
- Le politiche giovanili dovrebbero promuovere la partecipazione dei giovani nelle varie sfere della società, in particolar modo in quelle che sono più direttamente rilevanti per loro. Questo comprende il sostegno alle organizzazioni giovanili, la creazione di piattaforme giovanili o di organismi consultivi, il riconoscimento del ruolo dei consigli studenteschi e delle unioni studentesche nell'amministrazione delle scuole e così via.
- Le politiche giovanili dovrebbero essere sviluppate, rafforzate e valutate con i giovani, ovvero attraverso modalità che tengano conto delle priorità, delle prospettive e degli interessi dei giovani e li coinvolgano nei processi. Questo può essere fatto attraverso consigli e forum della gioventù (nazionali, regionali o locali) e/o attraverso altre modalità di consultazione dei giovani, compresa la partecipazione attraverso piattaforme online.
- Le politiche e i programmi giovanili dovrebbero incoraggiare un approccio all'apprendimento e all'azione centrato sui partecipanti e attraverso il quale i partecipanti esercitano e apprendono la partecipazione e la cittadinanza
Queste dimensioni della partecipazione giovanile riflettono l'approccio della Carta europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale, la quale sottolinea che:
partecipare significa avere influenza e responsabilità sulle decisioni e sulle azioni che riguardano le vite dei giovani o che semplicemente sono importati per loro. In pratica, dunque, questo può significare votare alle elezioni locali oppure organizzare un'associazione giovanile o un forum online per scambiarsi informazioni su hobby e interessi o altri modi creativi di passare il tempo libero. La definizione di partecipazione che offre la Carta mostra anche un cambiamento di approccio nei confronti dei giovani e dell'impegno giovanile. I giovani non vengono considerati vittime o gruppi vulnerabili che hanno bisogno di protezione e aiuto (il cosiddetto "approccio basato sulla risoluzione dei problemi"). Non vengono considerati come "oggetti" dell'intervento degli adulti, con l'assunto che gli adulti sappiano cosa sia meglio per i giovani. I giovani, ora, sono visti come partecipanti attivi nelle organizzazioni e nella vita della comunità; vengono visti come partner che hanno tanto potenziale, talenti e punti di forza. Dovrebbero, essi stessi, avere l'opportunità di esprimersi sui loro bisogni e di trovare le strategie per soddisfarli.10
La Carta europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale11 (realizzata nel 1992 e riveduta nel 2003) è un documento per le politiche internazionali approvato dal Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa. La Carta si struttura in tre parti inerenti ai diversi aspetti della partecipazione giovanile sul piano locale. La prima fornisce alle autorità locali e regionali delle linee guida sulla conduzione di politiche riguardanti i giovani in varie zone. La seconda parte offre gli strumenti per potenziale la partecipazione dei giovani. Infine, la terza sezione dà consigli su come creare le condizioni istituzionali per la partecipazione dei giovani.
Have your Say! è il manuale del Consiglio de'Europa sullaCarta europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale 12 , disponibile online in 11 ling.
La carta delinea 14 aree in cui i giovani dovrebbero essere coinvolti. Le aree sono le seguenti:
1. life sport, tempo libero e vita associativa
2. lavoro e occupazione
3. alloggi e trasporti
4. istruzione e formazione
5. mobilità e scambi interculturali
6. salute
7. uguaglianza tra uomo e donna
8. i giovani nelle aree rurali
9. accesso alla cultura
10. sviluppo sostenibile e ambiente
11. violenza e criminalità
12. anti-discriminazione
13. amore e sessualità
14. accesso ai diritti e alla legge
In un modo unico per implementare la partecipazione nelle politiche giovanili, il Consiglio d'Europa ha introdotto un sistema di gestione condivisa nel suo settore sulla gioventù, in cui i rappresentanti delle organizzazioni giovanili europee non governative e i funzionari del governo collaborano per sviluppare le priorità e formulare raccomandazioni riguardo alla gioventù. Questo sistema di gestione condivisa consiste in tre organi: il Comitato Direttivo Eurpeo per la Gioventù, il Consiglio Consultivo per la Gioventù e il Consiglio congiunto sulla Gioventù.
Il Consiglio Consultivo è composto da 30 rappresentanti di Ong e reti, che forniscono opinioni e imput su tutte le attività del settore giovanile. Ha il compito di formulare opinioni e proposte su ogni questione che riguarda i giovani nell'ambito del Consiglio d'Europa.
Il Comitato Direttivo Eurpeo per la Gioventù (CDEJ) è formato da rappresentanti dei ministeri e delle organizzazioni responsabili per i problemi legati ai giovani degli stati membri della Convenzione Europea della Cultura. Incoraggia una più stretta cooperazione tra i governi sulle materie che riguardano i giovani e offre un forum per confrontare le politiche giovanili nazionali, permettendo lo scambio di buone pratiche e la redazione di testi tandard. Il CDEJ organizza anche Conferenze tra i ministri europei che hanno gli incarichi sui problemi dei giovani e che progettano leggi e regolamenti sulle politiche giovanili negli stati membri.
Il Comitato Direttivo Eurpeo per la Gioventù, il Consiglio Consultivo per la Gioventù e il Consiglio congiunto sulla Gioventù si uniscono in un unico organo di decisione condivisa che stabilisce le prirità, gli obiettivi e i budget per il settore giovanile.
Il forum europeo della gioventù
Il Forum europeo della gioventù è una piattaforma indipendente, democratica e guidata dai giovani, che rappresenta oltre 90 consigli nazionali della gioventù e organizzazioni giovanili internazionali di tutta Europa. Il Forum della gioventù si adopera affinché i giovani partecipino attivamente alla società per migliorare la propria vita, rappresentando e difendendo i loro bisogni e interessi e quelli delle loro organizzazioni.13
Note finali
1 Queste quattro diensioni della cittadinanza sono state sviluppate da Ruud Veldhuis, in "Education for Democratic Citizenship: Dimensions of Citizenship, Core Competencies, Variables and International Activities", Strasbourg, Council of Europe, 1997, document DECS/CIT (97) 23, citato qui da T-Kit 7 – Under Construction, T-Kit sulla Cittadinanza Europea, Council of Europe and European Commission, Strasbourg, 2003
2 T-Kit 7 – Under Construction, T-Kit su Cittadinanza Europea, Council of Europe and European Commission, Strasbourg, 2003
3 Peter Lauritzen, discorso di presentazione sulla partecipazione tenuto al corso di formazione sullo sviluppo e l'implementazione dei progetti di partecipazione a livello locale e regionale, European Youth Centre, June 2006
4 Explanatory Report della Convenzione europea sulla nazionalità, Articolo 2, para. 23:
http://conventions.coe.int/Treaty/en/reports/html/166.htm#FN2
5 Megan Rowling cita Thomas Hammarberg, Commissario del Consiglio d'Europa per i diritti umani in: "Rights Chief urges Europe to make stateless Roma citizens", AlertNet 23 Agosto 2011: www.trust.org/alertnet/news/interview-eu-governments-should-give-stateless-roma-citizenship-commissioner
6 Sherry R. Arnstein, "A Ladder of Citizen Participation", JAIP, Vol. 35, No. 4, Luglio 1969, p 216.
7 Roger Hart, Children's Participation: da Tokenism to Citizenship, UNICEF Innocenti Research Centre, Florence, 1992
8 "Youth on the Move", Analytical Report, European Commission, Maggio 2011 http://ec.europa.eu/public_opinion/flash/fl_319a_en.pdf
9 Resolution of the Committee of Ministers (2008)23 on the youth policy of the Council of Europe
10 Have Your Say!, Manuale sulla Carta europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale , Council of Europe Publishing, 2008
11 La carta è disponibile qui: www.salto-youth.net/downloads/4-17-1510/Revised%20European%20Charter%20on%20the%20Participation%20of%20YP.pdf
12 www.coe.int/t/dg4/youth/Source/Coe_youth/Participation/Have_your_say_en.pdf
13 Per saperne di più visita il sito del Forum europeo della gioventù: www.youthforum.org
compass-key-date
- 18 marzoLa prima elezione parlamentare con il suffragio universale in Europa
- 5 maggioGiornata dell'Europa (Consiglio d'Europa)
- 12 agostoGiornata internazionale della gioventù
- 19 settembreGiornata del suffragio universale
- La settimana che include il 15 ottobreSettimana europea della democrazia locale
- 5 dicembreGiornata internazionale del volontariato per lo sviluppo economico e sociale
- 10 dicembreGiornata internazionale dei diritti umani
Non è sempre la stessa cosa essere un brav'uomo e un bravo cittadino.
Aristotle